Let it Be

Quando ho ascoltato la versione di questo classico eseguita da Marco Mengoni, accompagnata dal Kingdom Choir, diretto da Karen Gibson… sono rimasto immediatamente molto colpito e da buon nerd della trascrizione, l’ indomani l’ ho trascritto.

Semplicemente per il piacere di metter su carta, qualcosa a mio gusto bello ed interessante.

Anzitutto, il brano è uno dei miei preferiti già nell’ originale: oltre ai Fab 4 c’è Billy Preston all’ Hammond Organ, uno dei miei più grandi idoli e punti di riferimento. Ha donato fin dall’ inizio un tocco Soul al brano.Preston era già una leggenda del Gospel, accompagnando al pianoforte Mahalia Jackson e molti altri.

Come direttore, pianista e arrangiatore anche di Gospel da oltre 25 anni, mi colpisce chiunque trovi un vestito nuovo ad una figura già incantevole e ne subisco ancor di più il fascino.

Ascoltare il meraviglioso arrangiamento del team di Giovanni Pallotti, eseguito da un ottimo cantante ed interprete, sorretto così magistralmente dall’ ensemble vocale diretto da Karen Gibson (nota al circuito internazionale anche grazie agli innumerevoli workshops e partecipazioni alle attività dei cori della Feder Gospel Choirs italiana) è stato illuminante. Si parla sempre degli interpreti e di chi sta davanti, certo è, che chi confeziona tutto affinchè le magie possano accadere… ha il suo bel peso!

Trovo che l’ incipit che ricorda il Canone di Pachelbel, il fatto che ci sia il sound del Wedding Choir di Harry e Megan dietro, i cambi armonici conseguenti, il C7 a metà del brano siano proprio delle chicche per chi è del settore.

Con The NuVoices Project andremo a Londra fra poco e questa è la nostra interpretazione, del classico e dell’ arrangiamento di Let It Be: non per gareggiare, ma semplicemente per affiancarsi al piacere di celebrare questo pezzo, dalla lunga storia.

La versione di Marco Mengoni

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